Ho deciso di raccogliere qui articoli, recensioni ed interviste prodotti in questi anni.
Una selezione, non esaustiva, ma personalissima, in continuo aggiornamento

 

Real Estate - Istituto Svizzero, Roma

In questa mostra, la prima grande esposizione in Italia dell’artista svizzera Mai-Thu Perret, la sfera domestica, da secoli legata alla figura della donna e del femminile, diventa infatti per la Perret una dimensione – fisica e del pensiero – con la quale indagare il concetto di femminilità, il bisogno di appartenenza e di proprietà.

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Hyperinascimento - FMAV

Abbracciando un linguaggio capace di assumere svariate forme, Luca Pozzi sceglie di parlare a diversi pubblici inglobando nella propria ricerca artistica storia dell’arte, fisica quantistica, cultura pop, filosofia e spiritualità. Ed è proprio alla necessità di immaginare un nuovo modo di guardare la realtà circostante che è dedicata la mostra Hyperinascimento…

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Yes, I used to be a great dancer - NEUTRO, Reggio Emilia

Le sei vetrine nel centro di Reggio Emilia utilizzate da NEUTRO come spazio espositivo ospitano fino al 16 aprile i disegni di Sophie Westerlind. […] Sei composizioni di grandi dimensioni realizzate a pastelli ad olio con le quali l’artista svedese formatasi tra Londra e Venezia da forma ai propri ricordi legati alle due nonne, Siv e Ingrid.

TARWUK. Ante mare et terras - Collezione Maramotti

In un mondo nel quale è sempre più difficile distinguere il vero dal falso, il reale dal virtuale, TARWUK porta in superficie le connessioni e i materiali più intimi e profondi. Tra fake news, realtà virtuale e immagini digitali, iperconnettività e ipersocialità, il Sé inteso come individuo sembra perdere i propri confini. Come possiamo immaginarci singoli nella società contemporanea? È ancora possibile guardarsi senza considerarsi parte di un tutto?

Hapazard Glimpses of Light and Hushed Sights - Fortuiti scorci di luce e Vedute taciturne

Il nuovo libro realizzato da Libri Finti Clandestini realizzato in collaborazione con i fotografi Amelia Dely e Tanguy Bombonera utilizzando pellicole scadute agli inizi del 2000.

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DISPLACED. Richard Mosse - Fondazione MAST

Mosse fotografa paesaggi, scene con i ribelli, raduni all’aperto, trasformati dal procedimento straniante della pellicola in luoghi artefatti ai nostri occhi, luoghi lontani ed esotici le cui vicende sembrano appartenere ad un altro mondo.

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HOW TO BE ENOUGH. ruby onyinyechi amanze - Collezione Maramotti

Un grande “affresco su carta” che osservato da lontano, da questa finestra sullo spazio della sperimentazione, sembra fluttuare nel bianco della stanza, ma che da vicino rivela tracce capaci di dare profondità.

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Report. Santarcangelo Festival
Winter is locking down

Nel panorama delle proposte online di questi mesi Winter is locking down si inserisce come un’esplicita sperimentazione collettiva con la quale Santarcangelo si dimostra essere al passo con i tempi, ma a proprio modo, rispettando coerentemente la propria posizione culturale e politica.

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Mollino/Insides – Collezione Maramotti 04.10.2020 – 16.05.2021 – Credit for all installation views: Ph. Roberto Marossi

Mollino/Insides - Collezione Maramotti

Architetto, designer, fotografo, scrittore, sciatore, pilota di auto da corsa e di aerei acrobatici, Carlo Mollino è forse tra le figure più eclettiche, e meno conosciute, della storia della cultura italiana. Ideatore di progetti architettonici come la Società Ippica Torinese, la Casa del Sole a Cervinia e il Teatro Regio di Torino, Mollino ha fatto della macchina fotografica lo strumento per la creazione di una realtà diversa, alternativa.

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Jacopo Benassi. Vuoto, 2020. Installation view at Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato. © photo Ela Bialkowska, OKNOstudio

Jacopo Benassi - Centro Pecci

In venticinque anni di attività Jacopo Benassi ha raccolto e fotografato i soggetti più disparati: dall’umanità e luoghi della cultura underground nazionale e internazionale, a modelle, attrici, artisti e stilisti di fama internazionale, passando per l’indagine del proprio corpo e la statuaria greca. Un caleidoscopio di volti, luoghi, oggetti e situazioni catturato attraverso un utilizzo della fotografia crudo, al limite della spietatezza, nel quale il flash e la totale mancanza di profondità di campo vincono sulle regole formali. 

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Anubi III di Zapruder – Santarcangelo Festival, 2050

Report. Santarcangelo Festival
Primo capitolo 2020

Si dice spesso che ci si accorge dell’importanza di qualcuno (o di qualcosa) solo dopo averla persa. Un’espressione utilizzata il più delle volte in campo sentimentale, ma che sembra oggi assumere una portata di riferimento più ampia, toccando aspetti tremendamente quotidiani. Tra questi, a Santarcangelo di Romagna in occasione del Festival, un elemento ha assunto nuove vesti: l’attesa.

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Pauline Batista. Is Your System Optimized - Gallleriapiù

La scritta a caratteri rossi di grandi dimensioni Is Your System Optimized?, titolo della mostra prima personale in Italia, è la porta di accesso ad un ambiente asettico, il cui pavimento lucido e le pareti bianche ricreano l’atmosfera di una sala operatoria. Uno spazio al quale la Batista introduce lo spettatore attraverso una zona intermedia, un ponte tra il mondo esterno e quello all’interno della galleria.

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Agostino Iacurci. Tracing Vitruvio - Palazzo Mosca

Colonne, cariatidi e templi, dipinti sulle pareti sembrano tornare in vita in un caleidoscopico linguaggio pittorico dai colori forti e brillanti. Ancora una volta sono la scelta cromatica e la campitura a trasportare le figure e le architetture classiche in una dimensione altra, in costante tensione tra l’erotismo e il candore. Vasi antichi dalle dimensioni surreali sono decorati utilizzando i tre diversi stili di costruzione muraria, mentre proporzioni e prospettiva perdono la loro funzione per rispondere invece alla necessità di una nuova visione, di nuovo spazio.

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La cartellonistica di Giovanni Maria Mataloni e il lavoro come eroismo

L’opera dimostra l’influsso del Liberty nella vita del mondo operaio: Il nudo maschile allegorico, la cui fortuna è successiva a quella della figura femminile, segna all’inizio del secolo la nascita di un’iconografia di classe. In un paese da poco unificato, sono passati meno di cinquant’anni dalla proclamazione dell’Unità, il Liberty si fa interprete dell’aspirazione al raggiungimento di un linguaggio artistico nazionale comune che rappresenti il progresso e la modernità.

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La pratica quotidiana
Festival Ipercorpo

È lo studio d’artista inteso come luogo della trasformazione e del divenire il punto di partenza della mostra curata da Davide Ferri in occasione del Ipercorpo, Festival Internazionale delle arti performative svoltosi a Forlì negli spazi dell’Oratorio di San Sebastiano. Dall’idea dello studio come luogo solitario dell’artista nell’immaginario settecentesco, passando per spazio di condivisione nella rappresentazione di Courbet, fino al mai visto studio di Duchamp e la nuova factory di Hirst.

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Margherita Moscardini. The Fountains of Za’atari - Collezione Maramotti

Parlare di “mostra” riferendosi al progetto della Moscardini sarebbe riduttivo. The Fountains of Za’atari è infatti un vero e proprio dispositivo pensato per generare un sistema di vendita delle sculture che riproducono in scala 1:1 i sessantuno modelli di fontana censiti dall’artista e che potranno essere acquistati da amministrazioni o istituzioni cittadine. Nella Pattern Room della Collezione Maramotti la Moscardini mette in mostra un processo che è creativo e giuridico allo stesso tempo.

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Report. Santarcangelo Festival 2018

Raccontare un festival come quello di Santarcangelo che da quasi 50 anni esplora le arti teatrali e performative portando artisti internazionali in un piccolo paese della romagna non è impresa semplice. Ai dati oggettivi, quelli relativi agli artisti, alla loro poetica e ai loro progetti, si aggiunge l’esperienza personale influenzata dall’atmosfera e dal luogo stesso.

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Bellum - Collezione Maramotti

[…] Allo spettatore, più o meno casuale e consapevole, non è proposta alcuna mediazione, alcun tempo di metabolizzazione visiva e di analisi.  È a questo tempo, ormai manchevole, che si rivolge l’ultimo progetto di Carlo Valsecchi. […] Una serie di venti fotografie, alle quali se ne aggiungo circa altrettante nel volume che accompagna la mostra edito da Silvana Editoriale, realizzate con il banco ottico tra inverni e primavere.

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POST - TURISMO (Roma)

I tanti appartamenti dei centri storici come quelli di Roma adibiti ormai a solo uso turistico, sono stati improvvisamente privati di quel via vai di genti che negli ultimi anni hanno sostituito proprietari ed affittuari a lungo termine. Spazi abitativi che di casa hanno in realtà ormai ben poco. È in questi spazi di passaggio, in questi non luoghi, che Giuliana Benassi ha curato e allestito tre mostre della durata di sei giorni ciascuna sotto il titolo Post-Turismo, primo progetto outdoor di Post ex

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Foto/Industria 2021 | FOOD

FOOD non è un’edizione della Biennale dedicata alla food photography, ma un’indagine storica e geografica della complessità culturale e sociale del cibo. Perché il cibo è biologia, politica, economia, geografia e tradizione.

[…] Il risultato – nella sua totalità – è un progetto che racconta i cambiamenti dell’industria alimentare dagli anni Venti ad oggi, e che esplora un secolo di rappresentazione e quindi di storia della fotografia.

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Emilio Vavarella. rs548049170_1_69869_TT (The Other Shapes of Me): Sourcecode - Gallleriapiù

Ad ispirare Vavarella è l’idea che, immaginando i dataset come sorgente di informazioni trasmettibili, il DNA non sia altro che un code source interpretabile, riproducibile e modificabile.

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Archeologia della materia. Caterina Morigi
spazio NEUTRO, Reggio Emilia

Quanto l’Uomo imita la Natura e quanto c’è di umano nella Natura? È all’interno e attorno a questa domanda che si muove la ricerca artistica di Caterina Morigi, protagonista della nuova mostra Archeologia della materia in corso a NEUTRO

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Per fare performance online servono nuove piattaforme

Osservando il palinsesto proposto per questa seconda chiusura è nato un confronto con Marco Mancuso, critico, curatore e docente nel campo delle tecnologie digitali applicate all’arte, al design e alla cultura contemporanea. Punto di partenza, l’impressione che ci si trovi oggi di fronte a un ventaglio di proposte che – al di là del contenuto – sembrano mancare di una certa consapevolezza rispetto agli strumenti scelti.

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Inventions - Fondazione MAST

Fino al 1917 oggetti, macchinari altri dispositivi veniva fotografati nel loro contesto. È solo a partire da quell’anno che l’attenzione si sposta dalla rappresentazione visiva della funzione ad una sorta di feticismo verso l’oggetto stesso, verso le sue forme e le sue componenti. Lo studio fotografico si trasforma in uno studio di posa all’interno del quale gli oggetti vengono immortalati isolati, illuminati alla perfezione artificialmente e posti su sfondo bianco. L’estetica pubblicitaria moderna è appena iniziata.

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Tomás Saraceno. Aria - Palazzo Strozzi

Una mostra per la quale Palazzo Strozzi sembra aver abbandonato gli intenti antologici che hanno caratterizzato appuntamenti precedenti come The Cleaner dedicata a Marina Abramovic o prettamente storici come nel caso de La nascita di una nazione, che negli ultimi anni non hanno espresso al meglio le possibilità di un luogo di potenziali sperimentazioni.

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Mona Osman - Collezione Maramotti

La pubblicazione raccoglie decine di post-it, fogli riciciclati, buste di carta, sui quali la Osman riporta i propri pensieri come parte integrante della propria ricerca artistica. Idee messe nero su bianco come per un guizzo e poi ampliate in pagine più costruite, più strutturate logicamente e sempre scritte a mano con una calligrafia libera da qualsiasi impostazione scolastica o istituzionale.

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Report. Santarcangelo Festival 2019

E’ possibile pensare a tavoli di lavoro alternativi che rompano da una parte con la tradizione della frontalità e dall’altra con la ormai storicizzata “tavola rotonda”?
Ancora una volta dunque i protagonisti del festival di Santarcangelo portano alla luce le possibilità del contemporaneo, della rottura dei confini dei linguaggi e della ricerca di pratiche artistiche che rileggono il tempo.

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Furlani-Gobbi e Matteo Cremonesi. Fake Marble Doesn’t Cry - Gallleriapiù

La serialità e l’utilizzo di moduli diventano nelle opere di Matteo Cremonesi e Furlani-Gobbi, punto di partenza e contemporaneamente mezzi per una riflessione che supera l’aspetto stilistico-formale per esplorare gli aspetti teorico-strutturali di questa nuova realtà sociale. La modulazione diventa allora l’elemento sul quale costruire analogie tra due epoche lontane come quella contemporanea e quella romana.

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Martin Parr, Beach Therapy - Spazio Damiani

In quarantacinque anni di carriera le spiagge sono state per Martin Parr uno dei luoghi preferiti per fotografare forse, confessa lo stesso fotografo, a causa della grande passione per il bird watching dei suoi genitori che lo ha spinto fin da piccolo ad osservare in modo diverso, lentamente e silenziosamente l’ambiente circostante. Le località balneari sono diventate così in questi decenni luoghi di “terapia all’elaborazione”, una sorta di banco di prova per nuove tecniche e nuovi strumenti.

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Rreport. Danza Urbana Festival 2019

Pollici opponibili, posizione eretta, linguaggio condiviso e tecnologia, sono oggi il risultato di millenni di evoluzione. Cosa ne è oggi di quello stretto rapporto con la natura dell’uomo nomade? E’ possibile tornare ad avvicinarsi ad essa? Inverted Tree di Hisashi Watanabe e “Galápago” di Iván Benito, entrambi presentati all’ultima edizione di danza Urbana Festival, cercano di rispondere a queste domande portando in scena una riflessione attraverso la danza sul rapporto tra uomo e ambiente circostante.

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Poetica sociale senza retorica: la lezione di Turcato 

Della grande tela dal titolo “Comizio” Turcato ha realizzato diverse versioni, anche una puramente personale. In quella del 1950, presentata alla Biennale dello stesso anno, Turcato traduce in forma simbolica una modalità comune e diffusa di espressione politica e sociale quale appunto quella del comizio. La prima differenza evidente con le opere dell’amico/rivale è l’assenza di volti e corpi umani a rappresentare la folla qui sostituita da segni grafici, linee e punti, di tonalità marrone.

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Report. Live Arts Week 2018

La settimana edizione di Live Arts Week, il festival bolognese dedicato alle arti performative, è giunta al termine. L’evento è tornato negli spazi della Ex Gam riaperta al pubblico lo scorso anno e ha dato la possibilità al proprio pubblico di visitare ed esplorare il ritrovato Padiglione dell’Esprit Nouveaxu nel quale Goodiepal & Pals hanno presentato concerti, lecture e conversazioni amichevoli con gli spettatori. Ad accogliere il pubblico è stata l’installazione di Canedicoda. Sfere da discoteca, cascate argentate e fili colorati intrecciati in un rete sospesa poco distante dal soffitto, sono i primi elementi di un’edizione che ha toccato i sensi dello spettatore attraverso performance e progetti talvolta rumorosamente talvolta silenziosamente assordanti.

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Olga Chernysheva, Waiting for the Miracle (serie / series), 2000

It’s OK to change your mind - Villa delle Rose (Bologna)

Una mostra che mette in luce un nuovo sguardo e nuove prospettive sulle ricerche artistiche della Russia contemporanea rispondendo alle domande: cosa ne è stato delle Avanguardie? Cosa è accaduto dopo la caduta del muro di Berlino e la dissoluzione dell’URSS?

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RIAPERTURE Photofestival

La fotografia è, per sua natura, legata all’istante. Uno scatto ha la capacità di fissare il tempo, congelarlo per renderlo infinito. Paradossale dunque pensare al mezzo fotografico come strumento di narrazione del futuro, di qualcosa in divenire che deve ancora arrivare. Eppure la terza edizione di Riaperture Phofestival a Ferrara ha scelto come tema proprio il Futuro.

La prima madre - Fondaz. Pastificio Cerere

La pratica artistica di Sara Basta si concentra da sempre sui temi quali la casa e il corpo indagati attraverso un passaggio continuo tra personale e collettivo. […] Tra gli spazi in superficie della Fondazione (silos) e i sotterranei (spazio molino) le opere in mostra dialogano tra loro non per prossimità o in un percorso lineare, bensì in un gioco continuo di rimandi che attraversano spazio e tempo.

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Intervista con Riccardo Giacconi | Lo Schermo dell’Arte

La Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli è tra le più antiche e celebri compagnie di teatro di figura al mondo: costruisce a anima marionette di legno da quasi tre secoli. Alla sua maestria è dedicato l’ultimo lavoro video di Riccardo Giacconi Diteggiatura. Ad essere raccontato in questo cortometraggio non è per la storia della compagnia né quella dei suoi membri, ma quella della vita di una delle marionette costruite dalla Compagnia

Un foglio è un foglio, ma piegato enne volte diventa un libro d’artista

A FOLD. What makes an artist’s book an artist’s book?

The exhibition Un foglio è un foglio, ma piegato enne volte diventa un libro d’artista curated by REPLICA on the white walls of Spazio Choisi in Lugano seems to be more than just an answer to this question, it seems to place–and expose–before the eyes of the public tools and processes to explore its meaning.

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VIP = Violation of Pauli exclusion principle

Intervista con Margherita Morgantin
Un percorso di ricerca nell’osservazione di alcune immagini della fisica subnucleare e astroparticelle in relazione all’immaginazione artistica. Concepito come un incontro tra corpo, esperienza artistica e strumenti scientifici…

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Genoma scenico

Un generatore di casualità performativa raccontato via chat, realizzata nell’ambito del Laboratorio avanzato di giornalismo culturale e narrazione transmediale organizzato da Altre Velocità, per un’esplorazione che le partecipanti al laboratorio stanno conducendo attraverso spettacoli, artisti, operatori e studiosi al fine di indagare i mutamenti e le difficoltà del teatro rispetto alle conseguenze della pandemia del Covid-19.

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So What Are Your Plans?

Contributo realizzato in occasione di Fermati. Per una sintomatologia dell’immaginario, progetto editoriale transmediale che nasce in risposta al distanziamento fisico che ci ha colpito insieme al covid-19. Il titolo rispecchia sia la condizione in cui la pubblicazione è nata (“Fermàti”), sia un’esortazione per il mondo che verrà (“Fèrmati”).

Fermati è un progetto editoriale a cura del "Laboratorio avanzato di giornalismo culturale e narrazione transmediale" condotto da Altre Velocità,

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Svenja Deininger Two Thoughts – Exhibition view – Collezione Maramotti, 2020 – Ph. Andrea Rossetti

Svenja Deininger - Collezione Maramotti

A quasi cento anni di distanza, le teorie uniste del costruttivismo polacco diventano il punto di partenza per una riflessione sul linguaggio pittorico nella quale astratto e figurativo si incontrano e si mescolano. Condividendo con Strzemiński l’idea che la pittura sia capace di essere isolata da ciò che accade fuori attraverso le forme geometriche, la Deininger trasmuta sulla tela le forme reali privandole degli aspetti accessori e ricombinandole per aprire a nuove interpretazioni.

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Botrea di Cuoghi e Corsello

Otto lavori autonomi installati su altrettante porte trovate nelle cantine dell’istituzione e sorrette da sedici cavalletti a formare un piano d’appoggio che supera la sua mera funzionalità per diventare parte integrante dell’opera. La forma costituitasi, prossima a quella di una svastica, può essere infatti letta come il punto di partenza e allo stesso tempo conclusione dell’opera e della sua narrazione.

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Tornio e telaio. Il lavoro nelle geometrie e i colori di Fortunato Depero 

Un dipinto su tela che appartiene ad una seconda fase di ricerca durante la quale i folletti e le marionette, leitmotiv del suo primo periodo, lasciano il posto a motivi geometrici ripetuti e personaggi dalle sembianze più umanoidi. I pupazzi utilizzati a partire dal 1917 dopo l’incontro con il poeta svizzero Gilbert Clovel con il quale realizza il Teatro Plastico, sono qui sostituiti da due automi intenti ad utilizzare due macchinari differenti, il tornio e il telaio appunto, ma la cui rappresentazione nella semplificazione delle forme sembra non essere poi così differente.

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L'ORATORE DELLO SCIOPERO_LONGONI

Il proletariato conquista la scena anche nell'arte figurativa 

Il 1° maggio 1890 i movimenti socialisti annunciano un grande sciopero nazionale, il primo indetto in quella giornata che verrà poi ufficializzata a Parigi nel 1898 dalla Seconda Internazionale come festa dei lavoratori. La partecipazione è altissima in tutta Italia, in particolare nelle città più industrializzate come Milano dove la modernizzazione e l’industrializzazione hanno portato allo svuotamento delle campagne verso la città e alla nascita delle periferie. All’evento di quel giorno assiste e partecipa anche Emilio Longoni,

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Cesare+Pietroiusti+%E2%80%93+Un+certo+numero+di+cose+%2F+A+Certain+Number+of+Things+%E2%80%93+installation+view+at+MAMbo+%E2%80%93+Museo+d%E2%80%99Arte+Moderna+di+Bologna+%E2%80%93+Photo%3A+Giorgio+Bianchi%2C+Comune+di+Bologna

Cesare Pietroiusti. Un certo numero di cose - MAMbo

Teiere, ricordi di infanzia, lettere a Babbo Natale e alla Befana, opere fotografiche e pittoriche, accompagnano lo spettatore in un percorso espositivo non rigorosamente cronologico dall’anno 1955 al 2019. Sono “oggetti-anno” scelti dallo stesso Pietroiusti per la loro capacità di racchiudere e portare con sé, per il semplice fatto di esistere, le esperienze e l’immaginario di un intero anno di vita. Come indizi, punti di partenza di un’indagine e di una ricerca, disseminati all’interno dello spazio espositivo, generano una nuova linea spazio-temporale creando ponti su piani temporali diversi.

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Adelaide Cioni e Guy Mess. Shape, color, taste, sound and smell - P420

Le grandi tele che a primo sguardo appaiono pitture, rivelano la loro vera natura materiale solo osservandole da vicino. I quadrati di colore alternato, i cerchi e le onde, sono infatti forme a disposizione di tutti, immagini secondarie mai protagoniste ma sempre presenti in tutta la storia dell’arte e che la mente associa ad oggetti quotidiani come la scacchiera, il sole, il mare.

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Le “Italie” di Fabro, fucina di memoria storica e culturale

Dal 1968 Luciano Fabro ha capovolto, rivestito di pelliccia, realizzato in oro e in vetro l’Italia. Ne ha trasformato la sua riconoscibile silhoutte, lo stivale noto in tutto il mondo, in metafora di un paese in evoluzione storica e sociale. C’è chi ha visto nell’Italia rovesciata l’immagine della rivincita del Sud sull’industrializzato Nord e nel suo strozzare l’Italia con una corda il simbolo di un paese sopraffatto dagli eventi.

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Phoebe Unwin. Field - Collezione Maramotti

Guardando le opere di Phoebe Unwin, esposte nella Pattern Room della Collezione Maramotti, è difficile credere che dietro ai quei paesaggi non ci sia una fotografia o un bozzetto preparatorio. La costruzione dei piani attraverso blocchi di colore e la messa a fuoco accennata sembrano infatti rimandare ad un’immagine pre-costruita e successivamente tradotta in pittura. A cancellare qualsiasi intento fotorealistico è però la capacità della Unwin di inserire tra quei livelli di colore un’atmosfera, di “dipingere come si sente un oggetto e non come appare”.

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La Foresta (rivista)

Le trenta pagine del primo numero, tra le quali il lettore non vedrà mai pubblicità, sono state affidate a quattro artisti diversi tra loro per ricerca artistica e accomunati qui dall’utilizzo del medium cartaceo (Silvia Argiolas, Alessandro Pessoli, Alessandro Sambini e Stefano Serretta) e a cinque critici (Lorenzo Balbi, Andrea Cortellesse, Francesca Lazzarini, Emanuela Zanon, Luca Zuccal) provenienti da estrazioni diverse e i cui testi non si legano necessariamente agli interventi artistici presenti.

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The Malpighian Layer - CAR DRDE

La scoperta tardo seicentesca del medico bolognese Marcello Malpighi trova così una nuova lettura metaforica che ridisegna le categorie di spazio e di tempo. Prima e dopo, interno ed esterno, qui e altrove si confondono in un processo di trasformazione di linguaggi che mette in luce la natura artificiale e fallace della visione stessa della realtà. Il corpo, inteso come insieme di processi naturali, si scontra con l’ambiente che lo circonda e prende coscienza dei suoi limiti.

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Un’ondata potente

In un’epoca di incertezza sociale ed economica, guardare con speranza al capolavoro novecentesco “Il Quarto Stato” di Giuseppe Pellizza da Volpedo può apparire fin troppo banale, ma assolutamente necessario per richiamare alla memoria un sentimento di unità sociale ormai sempre più spesso dimenticato. Esposta per la prima volta alla Quadriennale di Torino nel 1902, l’imponente tela di circa 15 mq, è il risultato di un lungo processo di lavoro iniziato nel 1891, anno al quale risale la prima versione dell’opera intitolata “Ambasciatori della fame”.

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