Yes, I used to be a great dancer - Sophie Westerlind

spazio NEUTRO, Reggio Emilia, 23.01 - 16.04.20212

Le sei vetrine nel centro di Reggio Emilia utilizzate da NEUTRO come spazio espositivo ospitano fino al 16 aprile i disegni di Sophie Westerlind con la mostra Yes, I used to be a great dancer.

Sei composizioni di grandi dimensioni realizzate a pastelli ad olio con le quali l’artista svedese formatasi tra Londra e Venezia da forma ai propri ricordi legati alle due nonne, Siv e Ingrid. Le loro figure emergono nella loro corporeità in ambienti per lo più domestici rappresentati tramite linee leggere, a tratti impercettibili. I corpi hanno invece, insieme ad alcuni oggetti come la crema Nivea o un paio di pantaloni, tratti più marcati.

L’impressione è sempre quella di un disegno che nasce dall’esigenza di registrare una frazione di tempo, di fare forma ad un ricordo intimo e fugace. Tramite l’accostamento di piccoli tratti a pastello la Westerlind crea una tessitura leggera dall’equilibrio cromatico realizzato tramite tanti piccoli segni intrecciati. Tra questi anche quelli sbagliati, gli errori, che il pastello ad olio non permette di cancellare. Ne deriva un’immagine più simile a quella di un bozzetto nella quale la somiglianza e il dettaglio al reale sembrano lasciare spazio al tentativo di rintracciare un gesto familiare.

Incorniciate dal colore nero delle bacheche le figure di Siv e Ingrid, quasi a grandezza reale, sembrano mostrarsi ai passanti nella loro quotidianità più intima e delicata. Senza mai rivolgere lo sguardo verso il possibile pubblico di passaggio, le due donne conducono le proprie vite facendo delle vetrine la propria dimensione domestica.

Il risultato è la sensazione di osservarle dalle finestre di casa, come accade spesso per quegli appartamenti a piano terra, di rivolgere – inevitabilmente – lo sguardo verso uno spazio intimo. I disegni vogliono trasmettere qualcosa della presenza di Ingrid e Siv all’interno delle loro case, ma sono anche un modo per la Westerlind di ricordare e capire queste due figure, un tempo materne, i cui gesti le sembrano ora quasi infantili. L’azione del vestirsi richiede ora più tempo, le scarpe dal tacco alto per ballare sono ormai un vezzo, il passato un ricordo da raccontare sedute su una poltrona.

Ad accompagnare la mostra, come sempre per NEUTRO, un progetto editoriale realizzato in 100 copie nella quale lo sguardo ravvicinato, l’attenzione al gesto e all’oggetto, è amplificato dalla stampa in tavole fotografiche di dettagli delle grandi opere: il comodino, le scarpe, un busto. Punti fisici di accesso ad un’azione, di un gesto passato.