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Sono Alice, ho 26 anni, sono laureata in comunicazione e graphic design.

Dopo la laurea ho lavorato un paio di anni in agenzia di comunicazione, ma già da quando frequentavo il liceo artistico avevo percepito che l’aspetto manuale era fondamentale nella mia vita e nel mio processo di creazione. Ho quindi sempre sviluppato parallelamente dei progetti individuali che mi dessero la possibilità di discostarmi dal mondo digitale.

Ho iniziato ad occuparmi di editoria nel 2017, quando ho iniziato a sviluppare il progetto di Chicks mentre scrivevo la tesi: ero rimasta affascinata da alcune fanzine di graffiti che i miei amici si scambiavano tra di loro. Dopo mesi di studi sui libri e sul web ho lanciato il primo evento di presentazione di Chicks e così ho continuato per i primi 4 numeri, poi, scoprendo i festival di autoproduzioni, ho ulteriormente ampliato la mia conoscenza dell’argomento e le piattaforme di condivisione fisiche del progetto.

Fin dall’infanzia mi aveva sempre affascinato l’idea di lavorare all’interno di una redazione, ma non avrei mai immaginato di fondare la mia fanzine tutta da sola. Riuscirci è stata una piacevole sorpresa e un’enorme soddisfazione personale. Seguo da quattro anni il progetto di Chicks a 360°, mi occupo tutto il processo, dall’idea alla realizzazione fisica, per i contenuti mi affido a delle open call che mi permettono di conoscere di volta in volta sempre nuove artiste. Da febbraio 2020 seguo anche STORMI – Fumetti come molotov, in qualità di co-curatrice e social media manager.

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Trattandosi di un progetto che ho sviluppato da sola, l’idea è nata in modo molto naturale, come se fosse una necessità per me in quel momento realizzare un progetto che mi facesse sentire rappresentata, soprattutto come donna.

Per la mia esperienza con Chicks, penso che la progettualità di una fanzine sia un po’ anomala rispetto ad un prodotto editoriale “tradizionale” come può essere una pubblicazione periodica o una testata di una rivista.

La fanzine può permettersi di prendersi parecchie libertà per quanto riguarda tempistiche, tematiche, realizzazione. Lo stesso vale per la forma: dal primo numero al sesto (ancora in fase di realizzazione) sono cambiati moltissimi aspetti, sia per quanto riguarda i materiali utilizzati sia per le modalità di partecipazione delle artiste.

Chicks è una fanzine autoprodotta quindi tutti i guadagni derivanti dalle vendite vengono reinvestiti per comprare i materiali e realizzare le ristampe. Inizialmente tutti i proventi derivavano dalle vendite ai festival di autoproduzioni, con l’arrivo del Covid-19 ho cominciato a guardarmi attorno anche sul web, affidandomi a piattaforme come Etsy per la vendita online.

In mancanza di momenti dove poter incontrare il proprio pubblico di persona ho visto che molte autoproduzioni si appoggiano a siti come Kickstarter, ottimi per supportare piccole realtà e nuove autoproduzioni.

L’idea iniziale era quella di comunicare il progetto esclusivamente attraverso gli eventi, il passaparola, i poster, i festival, insomma tutti metodi offline; essere completamente ciechi all’epoca in cui stiamo vivendo però non è utile alla diffusione della fanzine e del suo messaggio, quindi ho cominciato ad appoggiarmi a piattaforme come Instagram e Facebook. La fanzine però rimane consultabile esclusivamente sfogliandola con le proprie mani.

In questo momento ho messo da parte tutto il percorso che avevo fatto nel campo del graphic design per studiare teatro...insomma un cambio un po’ radicale.